Baumgartner by Paul Auster

Baumgartner by Paul Auster

autore:Paul Auster [Auster, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-10-23T12:00:00+00:00


Capitolo quarto

Un anno e un mese dopo, Baumgartner è seduto alla stessa scrivania nella stessa stanza e si sta chiedendo se tenere la frase che ha appena scritto o cancellarla e ricominciare. La cancella, ma prima di ricominciare si alza dalla sedia, va alla finestra e guarda giú in giardino. È uno splendido pomeriggio assolato di metà settembre, uno di quei giorni sfacciati e prepotenti che piombano in casa, ti afferrano per la collottola e ti sbattono fuori, e cosí anziché tornare alla scrivania a lottare per la terza o quarta volta con la frase, Baumgartner cede al richiamo del bel tempo e lascia la stanza per andare in giardino, dove si accomoda su una sdraio a metà strada tra il patio e il corniolo. Si palpa il taschino sinistro della camicia e scopre che è vuoto. Niente occhiali da sole. Li avrà lasciati in camera da letto ieri, ma anche se oggi pomeriggio la luce è particolarmente smagliante, non ha nessuna voglia di ritrascinarsi in casa a cercarli. In una giornata come questa, si dice, meglio lasciare che il sole illumini il mondo, e goderselo tutto a occhi nudi, senza protezioni.

Guarda in alto, aguzza la vista al passaggio di un uccello nel cielo. Che nuvole bianche, si dice. Che nuvole candide appiccicate a tutto quell’azzurro, un cielo cosí azzurro non lo vedeva da anni. Incredibile, pensa. La terra va a fuoco, il mondo è in fiamme, eppure per adesso ancora esistono giornate come questa, e quindi tanto vale approfittarne. Chissà, magari è l’ultima bella giornata che vedrà – o l’ultima giornata in assoluto, se è per quello, no? Certo non si aspetta di morire all’improvviso prima che gli uccelli si sveglino domattina, ma i fatti sono fatti, e i numeri non mentono. Ha settantuno anni, e un altro compleanno si profila all’orizzonte fra appena sei settimane, e una volta che uno entra nella zona dei rendimenti decrescenti, può succedere di tutto.

Baumgartner guarda in basso, con l’intenzione di studiare l’erba ai suoi piedi, ma mentre i suoi occhi viaggiano verso sud, il loro tragitto è interrotto dalla vista del rotolino che sporge dal suo ventre non piú piatto, e della patta dei pantaloni, che non è chiusa come credeva, ma aperta, spalancata. Baumgartner è allibito. Ancora! sbotta. Continua cosí, imbecille, e tra un po’ ti scordi pure come ti chiami.

Un po’ di tempo fa, quando aveva ancora una cinquantina d’anni, aveva cominciato a notare che i suoi amici e colleghi piú anziani dimenticavano di richiudersi i pantaloni dopo aver fatto visita al gabinetto, gli ultrasettantenni e ottantenni canuti che si riaccomodavano al tavolo del ristorante senza accorgersi della patta aperta appena sotto la cintura. All’inizio quelle innocue dimenticanze divertivano Baumgartner. Poi avevano cominciato a fargli anche un po’ tristezza. E infine a non divertirlo piú e a fargli solo tristezza, perché a quel punto aveva visto abbastanza per capire che la patta aperta è l’inizio della fine, il primo passo della discesa inesorabile verso il fondo del baratro. Ora che



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